In Europa, c’è chi propone di abbassare i limiti di velocità per le moto, e questo ci lascia impressionati, anche perché non si tratta di una semplice proposta, ma di una proposta proveniente nientemeno che dalla francese Karima Delli, che non è una deputata qualsiasi, ma la presidente della Commissione Trasporti e Turismo del Parlamento Europeo.
Recentemente, abbiamo spiegato come stiamo procedendo verso una semplificazione del processo per ottenere la patente per le moto con la procedura lanciata il 18 settembre dello scorso anno, che autorizza corsi di formazione anziché esami pratici per le categorie A2 e A. Al contrario, la proposta di modifica della direttiva dell’UE sulla patente di guida, che mira ad aumentare l’età minima per guidare una moto in base alla cilindrata e contemporaneamente a ridurre i limiti di velocità consentiti per le moto, va nella direzione opposta.
Questo è quanto contenuto in una serie di modifiche alla proposta di risoluzione legislativa del Parlamento Europeo sulla proposta di direttiva sulla patente di guida. Come già detto, l’autrice è la deputata francese Karima Delli, che presiede alla Commissione Trasporti e Turismo del Parlamento Europeo, quindi c’è ancora un’altra ragione per prendere seriamente queste proposte. L’obiettivo nobile del progetto di risoluzione legislativa è, ovviamente, aumentare ulteriormente la sicurezza stradale, al fine di raggiungere la “Visione Zero”, che prevede la fine delle morti sulle strade entro il 2050. Le intenzioni non possono che farci concordare, tanto meno quest’ultima proposta che penalizza in modo evidente i veicoli a due ruote fino all’estremo del ridicolo.
Ecco le modifiche in questione:
“Senza pregiudizio del limite di velocità stabilito su ogni strada dalle autorità nazionali, la velocità massima assoluta autorizzata dagli Stati Membri per i conducenti di veicoli della categoria A1 non deve superare i 90 km/h, per i conducenti di veicoli della categoria A2 non deve superare i 100 km/h, per i conducenti di veicoli della categoria A non deve superare i 110 km/h. Velocità massima di 90 km/h anche per i quadricicli pesanti”.
Ciò significa che, anche con una patente di guida di categoria A, non sarebbe più possibile raggiungere il limite di 130 km/h sulle autostrade, il che è semplicemente assurdo e senza senso e ha ben poco, a nostro parere, a che fare con la sicurezza stradale.
Tra le proposte stravaganti, c’è anche quella relativa all’aumento dell’età minima richiesta per guidare una moto. In pratica, l’età minima viene aumentata di due anni, a seconda della cilindrata:
– 16 anni per la categoria AM, cioè i ciclomotori;
– 18 anni per le categorie A1 e A2
– 20 anni per le moto della categoria A. Tuttavia, l’autorizzazione è condizionata all’acquisizione di almeno due anni di esperienza su moto della categoria A2.
Tuttavia, c’è un’altra modifica che consentirebbe agli Stati dell’UE di aumentare l’età minima per ottenere una patente AM a 18 anni, per la A2 a 20 anni e per la A a 22 anni.
Sono proposte e non c’è nulla di approvato o definitivo, ma ribadiamo che sono modifiche presentate ufficialmente nell’ambito di un progetto volto a modificare la direttiva europea sulla patente di guida. Tuttavia, sembra che, come spesso accade, coloro che si trovano costretti a proporre queste leggi probabilmente sappiano poco sull’argomento nella pratica. Concordiamo sul fatto che ci sia un problema di sicurezza stradale, ne parliamo quotidianamente, anche sul nostro sito, ma queste proposte non sembrano andare nella direzione desiderata, limitandosi a penalizzare i conducenti di motocicli. Sarebbe molto più importante lavorare urgentemente e intensamente sulla preparazione e sull’educazione civica di coloro che guidano veicoli, indipendentemente dal numero di ruote. Gli Stati membri dovrebbero quindi concentrarsi concretamente sulla manutenzione delle strade e non sull’istituzione di limiti di velocità diversi e assurdi.