Juan Pablo Montoya non è mai stato uno che si tiene le cose dentro—e ora sta puntando il dito contro la controversa repressione della FIA sul linguaggio dei piloti. L’ex stella della Formula 1 sta mettendo in discussione se lo sport stesso supporti la mossa dell’organo di governo e avverte che pene incoerenti potrebbero ritorcersi in modo spettacolare.
La leggenda colombiana sostiene che la Formula 1 prospera su emozioni genuine, rivalità intense e personalità autentiche, eppure la nuova posizione rigida della FIA su parolacce e comportamento dei piloti potrebbe finire per sanificare lo sport fino al punto di diventare assurdo.
Montoya denuncia i doppi standard della FIA: “FOM trae profitto dal dramma”
Montoya trova ipocrita che la FIA stia ora controllando il linguaggio dei piloti quando la Formula One Management (FOM) promuove attivamente messaggi radio accesi per aumentare il valore dell’intrattenimento.
“Se le parolacce sono ‘così dannose per la F1,’ perché le mandano in onda comunque?” si è chiesto Montoya. “Potrebbero prevenirlo. Ci sono mille conversazioni che avvengono in una gara, e ne scelgono solo cinque o dieci—l’80% delle quali sono piloti che perdono la testa. È buono per la TV.”
Ha poi sollevato la domanda da un milione di dollari:
“Il FOM è in linea con la FIA su questo? È quello che dobbiamo sapere.”
Montoya ha paragonato l’applicazione delle regole della FIA a mosse di potere politico, accennando a incoerenza e applicazione selettiva:
“Capisco cosa sta cercando di fare la FIA, ma bisogna stare attenti. È come firmare ordini esecutivi. Non puoi avere un insieme di regole per alcuni e regole diverse per altri.”
“Vuoi veri corridori o ‘piccole principesse’?”
Montoya teme che la FIA stia svuotando la passione dalla F1 con queste restrizioni eccessive.
“Vuoi vedere veri piloti—ragazzi arrabbiati, che lottano e mettono tutto in gioco? O vuoi piccole principesse che semplicemente lo accettano e dicono, ‘Oh mio Dio, mi hanno spinto fuori’ come se non fosse successo nulla?”
La sua preoccupazione più grande? I piloti continueranno a bestemmiare—semplicemente non utilizzeranno più la radio ufficiale.
“Continueranno a bestemmiare allo stesso modo, semplicemente non apriranno un canale di comunicazione. Non sta risolvendo nulla.”
Il bias della FIA? Verstappen contro il resto
Montoya ha anche suggerito che la risposta della F1 agli insulti varia a seconda di chi li pronuncia—soprattutto quando si confronta Max Verstappen con altri piloti.
“Se fosse stato George Russell, la reazione sarebbe stata diversa. Ma poiché è Max, all’improvviso viene trattato come una persona terribile.”
Ha sottolineato che Charles Leclerc è stato sorpreso a bestemmiare alla radio anche lui, eppure le reazioni sono state minime:
“Quando Charles lo ha fatto, la gente ha semplicemente scrollato le spalle. Quando Max lo ha fatto, all’improvviso è stato uno scandalo enorme.”
La conclusione di Montoya? C’è un’incoerenza nel modo in cui la F1 punisce i piloti, ed è qualcosa che la FIA deve affrontare.
Il divieto di bestemmiare potrebbe rovinare una corsa al titolo?
Montoya ha lanciato un segnale d’allerta riguardo le conseguenze indesiderate di penalizzare i piloti per il linguaggio—soprattutto se influisce su una battaglia per il campionato.
“Immagina se il leader del campionato mondiale viene escluso da un evento per aver bestemmiato. Come reagirebbe un organizzatore di gare? Come reagirebbe uno sponsor?”
Ha previsto che la F1 piegherebbe le regole se un pilota di punta—come Lewis Hamilton—facedesse una tale pena.
“Se fosse Kevin Magnussen, alla gente non importerebbe. Ma se Lewis Hamilton fosse escluso dalla guida della sua Ferrari al Gran Premio di Gran Bretagna perché ha bestemmiato? La F1 farebbe di tutto per permettergli di correre comunque.”
La soluzione di Montoya: Abbandonare le multe, imporre il servizio comunitario
Invece di pene generali, Montoya ha proposto un approccio più equo e impattante—servizio comunitario invece di multe o divieti di gara.
“I piloti valutano il loro tempo più di ogni altra cosa. Perdere un giorno per servizio comunitario è frustrante. Credimi, una volta ho dovuto viaggiare fino in Costa Rica per questo.”
Ha anche sottolineato la disparità finanziaria nella F1:
“Immagina se il pilota fosse un novellino come Antonelli. Una multa pesante sarebbe un enorme fardello. Ma per Lewis o Max, non è nulla. La pena non è equa.”
Introducendo penalità per servizi comunitari, la FIA potrebbe tenere sotto controllo i piloti senza rovinare le gare o punire ingiustamente i giovani talenti.
Messaggio finale: I piloti devono sfidare la FIA—ma con intelligenza
Montoya ha esortato i piloti di F1 a opporsi alle restrizioni della FIA, ma ha sottolineato che devono offrire soluzioni alternative piuttosto che rifiutare semplicemente le regole.
“Se torni con una proposta basata su giorni di servizio comunitario invece di dire semplicemente ‘No, non accettiamo questo’, allora avrebbe molto più senso.”
Il verdetto? La FIA sta giocando con il fuoco
Se la FIA continua a reprimere l’emozione e la personalità, rischia di far sembrare la F1 robotica e finta. I fan non vogliono piloti scritti da corporate—vogliono fuoco, passione e vere reazioni umane.
Il messaggio di Montoya è chiaro: la F1 deve stare attenta a non regolare lo sport fino a renderlo privo di anima.
(Citazioni fornite dal CasinoApps Media Team)