Il regno della Jaguar in cima alle classifiche del campionato mondiale di Formula E ha subito un colpo significativo nel secondo round della stagione 2024-25. Una prestazione deludente a Città del Messico ha visto la straordinaria striscia di punti in 23 gare della squadra britannica giungere al termine, mentre i rivali Porsche e Nissan hanno preso il volo, segnando un cambiamento nell’equilibrio del potere.
Il weekend di gara è stato un mix di guasti tecnici, penalità e prestazioni deludenti, sollevando dubbi sulla capacità della Jaguar di difendere i titoli dei loro piloti e della squadra.
Il crollo della Jaguar a Città del Messico
Sia Mitch Evans che Nick Cassidy hanno mostrato iniziali promesse avanzando attraverso i turni di qualifica. Tuttavia, Cassidy, insieme a Sebastien Buemi e Robin Frijns di Envision Racing, è stato penalizzato per aver superato i parametri della mappa dell’acceleratore. La penalità ha relegato Cassidy in fondo alla griglia, costringendolo a risalire fino a un modesto 12° posto.
Evans, nel frattempo, ha affrontato una gara caotica. Mentre lottava per il nono posto, è colliso con la Porsche Andretti di Nico Mueller, che aveva problemi, terminando così la sua gara prematuramente. Riflettendo sul weekend, Evans ha ammesso: “Non siamo molto bravi al momento. La Porsche è semplicemente così forte ovunque, e noi stiamo solo cercando di resistere.”
I problemi di prestazione si accumulano
Le difficoltà della Jaguar non si sono limitate a penalità o incidenti. Nick Cassidy è stato diretto nella sua valutazione, indicando un declino più ampio nell’efficienza e nella gestione dell’energia del team. “Siamo sicuramente rimasti indietro, e questo rende le gare davvero difficili,” ha commentato.
Il team ha anche affrontato una curva di apprendimento con le nuove regolazioni della Gen3Evo, progettate per prevenire l’abuso del controllo di trazione attraverso restrizioni sulla mappatura dell’acceleratore. Il direttore del team Jaguar, James Barclay, ha ammesso che la violazione della mappatura non ha fornito alcun vantaggio in termini di prestazioni, ma ha riconosciuto l’errore del team nel superare i parametri della FIA. “Dobbiamo rispettare questo e lavorare con la FIA su di esso,” ha detto Barclay.
Un forte contrasto con il successo di Sao Paulo
La Jaguar è entrata a Città del Messico con grandi aspettative dopo la spettacolare vittoria di Evans, passato dall’ultimo al primo posto a Sao Paulo. Tuttavia, quel trionfo è stato favorito da safety car perfettamente temporizzate e strategie di modalità attacco che hanno neutralizzato il vantaggio di velocità della Porsche. Il Messico, al contrario, ha messo in luce le vulnerabilità della Jaguar su un tracciato dove sorpassare è notoriamente difficile, lasciandoli incapaci di replicare le loro gesta brasiliane.
Porsche e Nissan avanzano
Il dominio della Porsche è diventato innegabile, con il costruttore tedesco che mostra una coerenza e un’efficienza senza pari. Anche la Nissan è emersa come un serio contendente, facendosi strada nella lotta per il campionato e complicando ulteriormente il percorso della Jaguar per riconquistare la vetta.
Barclay ha riconosciuto la crescente concorrenza, affermando: “Non c’è dubbio che ora ci siano più cani in questa lotta, e il nostro compito è anticipare le tendenze.”
Cosa c’è in serbo per Jaguar?
La prossima pausa di otto settimane prima della prossima gara a Jeddah sarà fondamentale per la Jaguar. Storicamente, il team ha eccelso nello sviluppo durante la stagione, ma la pressione è alta per affrontare l’efficienza energetica, la conformità alla mappatura dell’acceleratore e il ritmo delle qualifiche.
Barclay ha adottato un tono ottimista, sottolineando la capacità del team di adattarsi: “È una lunga stagione, e abbiamo dimostrato di poter evolvere e svilupparci. Il potenziale c’è, ma abbiamo del lavoro da fare.”
La Jaguar risorgerà di nuovo?
Con Porsche e Nissan che dettano il passo, Jaguar affronta una ripida salita per riconquistare il loro slancio nel campionato. La loro capacità di riprendersi nel prossimo round dipenderà non solo dai miglioramenti tecnici, ma anche dal mantenimento del morale all’interno del team. Come ha detto Mitch Evans, “È una lunga strada, ma dobbiamo trovare il nostro modo per tornare.”