In modo impressionante, Francesco Bagnaia è riuscito a sfuggire a fratture alle gambe nonostante sia stato investito da Brad Binder (Red Bull KTM) a seguito di un highside all’inizio del GP di Catalunya di MotoGP. E la fortuna non è stata l’unico fattore che ha protetto il leader del campionato da gravi conseguenze.
Michele Zasa, direttore medico della Clinica Mobile, ha spiegato al sito GPOne.com che ci sono tre dimensioni coinvolte nell’epilogo: ‘Un componente che decisamente deve essere menzionato è la fortuna, perché se una moto ti passa sopra dipende da dove ti colpisce. Cinquanta centimetri fanno la differenza. Detto ciò, ci sono altri due componenti che sono legati all’aspetto atletico. Ci sono persone che si allenano per andare a queste velocità che possono avere tempi di reazione molto rapidi, quindi coloro che seguono, che non vogliono ferire quelli davanti a loro, possono cercare di evitare, quando possibile. Inoltre, i piloti praticano uno sport in cui il trauma è implicito fin dalla tenera età, quindi imparano a cadere e quando cadono si mettono in una posizione che minimizza i danni. È ovvio che questo si applica quando hanno un’uscita di sicurezza, meno in una dinamica come quella di domenica. Non possiamo dimenticare le protezioni, che sono migliorate molto negli ultimi dieci o vent’anni’.
D’altra parte, il medico ha sottolineato che i piloti hanno una buona preparazione fisica: ‘Vedendo le immagini, è possibile vedere che la moto è salita sulle sue gambe e la tibia e il perone sono stati in pericolo. Ma sono atleti ben preparati fisicamente e hanno una tonicità e elasticità muscolare che sicuramente aiuta. Diciamo che è stato un elemento di vari fattori che sono intervenuti e poi forse anche Dio a dire che non era il momento’.