Avere un pilota americano in un team americano sembrerebbe essere la combinazione ideale per Trackhouse in MotoGP. E c’era anche un potenziale candidato – Joe Roberts, che ha mostrato prestazioni forti in Moto2.
Ma questa «storia bella» non era l’unico fattore preso in considerazione. Oltre al potenziale del pilota, il team ha valutato anche altri aspetti, inclusi quelli legati al marketing e alla promozione internazionale del brand.
Justin Marks, proprietario di Trackhouse, ha spiegato a CNN Sports che più che l’idea di avere un team quasi interamente americano, c’era la necessità di pensare all’internazionalizzazione:
– Ci sono due linee di pensiero: una è, sai, ci incliniamo così tanto verso l’idea americana del nostro team, lo riempiamo di americani e lo facciamo diventare ciò che conta di più? Oppure il team MotoGP Trackhouse è davvero il vettore di crescita internazionale per il brand Trackhouse?
Il businessman americano ha spiegato che l’espansione globale era il percorso scelto e, di conseguenza, Ai Ogura è stato quello selezionato: ‘Alla fine su cosa siamo approdati, mentre vogliamo enfatizzare il fatto che siamo un team americano e celebrarlo, questa è veramente la funzione dell’azienda che si espande globalmente e internazionalmente’.