Lo sviluppo di una moto di MotoGP è un processo complesso. Dopo che un componente è stato prodotto, deve essere testato prima di arrivare alle gare, non solo in fabbrica, ma anche in pista con i piloti di prova.
Alex Barros ha gareggiato nella classe regina fino al 2007 e, nonostante siano passati più di quindici anni, conosce bene i processi. Il brasiliano ha spiegato a un podcast di Motorsport.com Brasil:
– Ad ogni gara arrivano cose nuove. […]. Quando hai quattro piloti in pista, ci sono quattro informazioni. Si arriva a un fine settimana, ci sono quattro ore di prove e la gara. Allora, danno un escape, o un pezzo di sospensione, o un pacchetto di elettronica a un pilota; per l’altro pilota, danno un pezzo nel telaio, un collegamento, una gomma diversa. E lì, i piloti iniziano a testare. Quando c’è il segnale che è una cosa buona, quel pezzo viene passato a un altro pilota per avere una corrispondenza – per vedere se l’opinione è realmente la stessa. Se passa, diventa pezzo ufficiale e viene messo sulla moto.
L’ex pilota ha proseguito: ‘Se è qualcosa che può rompersi, passa i test di resistenza. Poi viene messo in pista dal pilota di prova; il pilota di prova conferma che, realmente, ha risultato. Avendo risultato con il pilota di prova, va alla squadra ufficiale – o anche alla squadra satellite. Ma, a volte, ci sono così tanti pezzi che due piloti non riescono a gestire. […]. La Ducati aveva otto [piloti], testava tutto. […]. Avevano quattro moto del 2024, le altre erano del 2023 e le moto erano diverse. Ma avevano quattro moto! Quindi, sono quattro piloti a testare pezzi contro due’.
Nel caso specifico della Yamaha, che avrà una squadra satellite nel 2025, Barros considera che questo sia un valore aggiunto: ‘La Yamaha aveva quel deficit di risorse umane, di piloti, per poter anche accelerare lo sviluppo. Ora, torna ad avere quattro piloti. Questo è di una importanza estrema’.