La Yamaha SR400 sarà disponibile anche nel 2024, anche se solo in Thailandia, dove rimarrà nella sua forma ridotta, protetta dai regolamenti di omologazione che ancora permettono la sua esistenza e da un mercato che evidentemente continua a cercarla.
Abbiamo già parlato molte volte di questo modello storico, più recentemente per sottolineare il tema della sua Edizione Finale nel 2021, che ha segnato la fine (ma il termine “storico” sarebbe molto più preciso) di una moto che è rimasta essenzialmente inalterata dal 1978 al 2021, anno in cui ha dovuto piegarsi ai regolamenti antinquinamento e alla necessità di ABS, circostanze che hanno portato Iwata a scegliere la fine della linea.
Tuttavia, un’ultima tappa è stata data alla SR400, identificata sul mercato tailandese, che – immaginiamo – non solo per motivi di omologazione (regolamenti simili sono comuni in altri mercati asiatici, ad esempio), ma anche per volumi di vendita che hanno permesso la sopravvivenza di questo tenace monocilindrico, che viene confermato nella lista per il 2024 dalla Yamaha Thailandia solo con un aggiornamento del colore, ma tecnicamente inalterato.
Per coloro che non conoscono la SR400, diciamo che è una delle moto che ha avuto la più lunga produzione senza allontanarsi molto dalla sua configurazione originale: è nata nel 1978 basata sulla XT500 (in realtà 500 cc, ma i 400 cc sono arrivati poco dopo per soddisfare il mercato giapponese e sono rimasti come modello globale) ed è arrivata in Europa, dove è arrivata in numeri molto piccoli.
D’altra parte, il piccolo motore raffreddato ad aria, a due valvole per cilindro, monocilindrico, con avviamento a manovella, rigoroso e anacronicamente, erogava poco più di 24 CV a 6500 giri/min e 28 Nm di coppia, con freni a disco posteriori, veniva venduta praticamente allo stesso prezzo della contemporanea XJ6, che potrebbe non essere un punto di riferimento nel segmento delle roadster, ma che comunque aveva un motore a quattro cilindri, freni a disco e ABS.
In breve, la SR400 non è mai stata economica, Yamaha ha fatto bene – secondo la nostra opinione – a inserirla in un segmento di patrimonio e la nobiltà non viene mai data per scontata: per essere chiari, in Thailandia costa poco meno della MT-07 (circa 7.800 euro, al cambio attuale) ed è meraviglioso vedere che ha ancora strumenti circolari senza LCD, per trovare gli stessi blocchi elettrici degli anni ’80, senza parlare dei gruppi di luci e dei veri pulsanti che rappresentano l’epoca della leggendaria XS.