La contrattazione di Jack Miller ha mostrato l’ambizione della KTM di avere un pilota al di fuori della sua «scuola», e con prove concrete. Tuttavia, la collaborazione è giunta al termine senza successo nel 2024.
Lo scorso anno, i risultati dell’australiano sono stati al di sotto delle aspettative. Tuttavia, è stata una stagione di adattamento a una nuova squadra, a una moto molto diversa dalla Ducati a cui era abituato e persino a un nuovo formato.
Ciò che nasce storto…
I risultati sono peggiorati considerevolmente quest’anno. Un 21° posto in Qatar, in cui non ha avuto argomenti per fare molto meglio, non prometteva nulla di buono per Miller. Ma poi ha reagito con due quinti posti nel GP del Portogallo, prima di iniziare una spirale di risultati negativi dalla quale praticamente non è mai uscito.
Infatti, il #43 ha ottenuto solo altri tre risultati nella top ten in gare principali (incluso un quinto posto in Thailandia) e non ha totalizzato punti in nove delle 20 gare di domenica nel corso dell’anno. Molto al di sotto delle aspettative.
Il palmarès di Miller prima di arrivare alla KTM lo obbligava a lottare per molto di più. La verità è che ha avuto molte difficoltà con il nuovo pneumatico e ha anche lamentato il fatto di aver utilizzato lo stesso telaio per più di un anno.
Alla fine, Miller ha chiuso al 14° posto e, tra i piloti KTM, è stato superato solo da Augusto Fernández (Red Bull GasGas Tech3/KTM). Inoltre, dal 2018 non passava una stagione senza superare la barriera dei 100 punti.
Il punto forte
I risultati potrebbero non aver accompagnato, ma non si può accusare Jack Miller di mancanza di impegno. L’australiano ha cercato di invertire la situazione, ha lavorato sapendo che non avrebbe avuto un posto in KTM per il 2025, ma non è mai riuscito a fare il passo desiderato.
Il punto debole
Secondo quanto detto dallo stesso più di una volta, oltre alle difficoltà con la KTM RC16, c’è stata l’aggravante del nuovo pneumatico Michelin – che non è mai riuscito a far funzionare nel modo migliore, in un’era in cui gli pneumatici sono vitali in MotoGP. Le qualifiche, entrando nella Q2 solo tre volte, sono state anche «matrigne» per Miller.
Momento migliore
Il GP del Portogallo è stato quello in cui Miller è stato più costantemente nei posti di vertice. Quinto posto nella gara Sprint, quinto posto nella gara principale, e il miglior saldo dell’anno in un unico GP.
Momento peggiore
Qui affrontiamo due eventi: primo, la spirale negativa di risultati a partire dal GP di Spagna, con tre ritiri consecutivi, e subito dopo un magro 16° posto in Italia. Dall’altro, il primo giro del GP della Malesia, in cui Miller si è trovato coinvolto in un impressionante incidente che avrebbe potuto essere molto più grave di quanto non sia stato.