La lotta tra Valentino Rossi e Marc Márquez ha segnato l’anno 2015, con lo spagnolo che è finito a terra e l’organizzazione del MotoGP che ha penalizzato Rossi, in un momento decisivo nella lotta per il campionato mondiale della categoria. L’italiano ha ricordato il momento e come, dopo essere stato penalizzato, garantisce di aver visto il pilota sorridere a Emilia Alzamora con un sentimento di «missione compiuta».
Il Dottore ha riferito innumerevoli volte nel corso degli anni che è stata orchestrata contro di lui una campagna affinché non conquistasse il decimo titolo mondiale nel MotoGP, e la lotta tra i due in Malesia ha elevato un confronto e una rivalità già molto intensa a uno stato stratosferico.
Nel podcast Mig Babol, Rossi ha ricordato come la temperatura sia aumentata di domenica: ‘In Malesia, mi stava infastidendo e irritando per tutta la gara. Dopo di che, sul lato destro, che è sempre stretto, mi sono avvicinato a lui, perché mi stava rallentando. Ha cercato di buttarmi giù tre o quattro volte, ma non mi ha afferrato il manubrio. Mi sono avvicinato a lui e l’ho guardato in faccia, come se gli stessi dicendo: «Basta, che diavolo stai facendo?!».’
È seguito poi il momento più caldo, che ha visto Márquez a terra, qualcosa che Rossi trova ancora strano oggi, per come è avvenuto tutto: ‘E dopo di che ci siamo toccati. Ho molti dubbi su quel contatto, perché lui non cadeva mai… non volevo mandarlo a terra, ma in quel momento è caduto. E, alla fine di tutto, mi ha fatto perdere il Campionato del Mondo.’
La Direzione di Gara ha quindi deciso di penalizzare Rossi, che così è stato praticamente impossibilitato a lottare per il titolo, e quando è stata resa nota la sanzione, Rossi ha visto Márquez sorridere al suo allora manager, Alzamora:
– Hanno deciso che avevo buttato fuori Marc di proposito e hanno inventato che dovevo partire dall’ultimo posto a Valencia. Mi stavano tagliando le gambe, avevo perso il Campionato del Mondo. La mia prima reazione è stata guardare Márquez, e lui stava guardando [Emilio] Alzamora e gli stava facendo cenno con la testa mentre sorrideva. Era come se dicesse ‘ce l’abbiamo fatta’.