A guidare la gara e con un certo vantaggio su Pecco Bagnaia, nessuno si aspettava che la gara finisse nel modo in cui è finita per Jorge Martín, e il pilota ha ammesso che stava andando molto bene e dominando fino al momento in cui è caduto.
In conversazione con la stampa, e chiesto se la caduta fosse legata alla motivazione o ad un’altra parte intrinseca della gara, Martín ha chiarito che la volontà di stare bene è intoccabile:
– No, non credo che sia mancanza di motivazione o… o comunque. Due giri prima di cadere ero il re del paddock e ora non sono nemmeno il peggiore, sai? Non sono il peggiore, sono cose che possono succedere. Devo analizzare con calma cosa sia successo, non so, al momento non saprei dire, ma sia la caduta a Jerez che quella a Mugello, come quella qui, sono state identiche, cioè con una frenata all’entrata della curva, non curve a destra. Cioè, qualcosa che non so cosa sia e mancavano due giri, che avevo praticamente già fatto, ero molto sotto controllo, ho guidato molto bene, avevo Pecco sotto controllo con quei 0,5 secondi che avevo recuperato, potevo mantenerlo a 0,5 secondi per l’ultimo giro per avere quel margine. Certo, eravamo entrambi al limite, ma penso di aver guidato molto bene.
Se fino a quel momento stava facendo una gara impeccabile, il #89 considera che in generale lo è stata: ‘Sì, perfetta ovviamente, c’è stato un momento in cui Pecco mi ha superato, ma questo ha anche aiutato a spingere. Stavo risparmiando più gomme di lui, a volte sembrava che stesse scappando, ma stava usando molte gomme e mi sentivo molto forte per la fine della gara, davvero. E così è stato finora, Pecco non è stato in grado di recuperare la distanza e gli sarebbe costato, penso, ma ovviamente fino a quel punto è stata una grande gara, penso di aver guidato molto bene, ero molto concentrato in ogni momento ed è un peccato la caduta’.
Ora che arriva il periodo di riposo tra i GP, Martín crede di avere il tempo per analizzare tutto e trovare una soluzione: ‘Questo è il meno importante, alla fine ci sono tre settimane per vedere l’opportunità e capire dove abbiamo sbagliato, cioè come migliorare. Preferisco che succeda ora piuttosto che succeda in Malesia ed è meglio avere questo tempo per capire il perché’.